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PMI svizzere: vantaggi di localizzazione eclissati dallo scenario incerto

Studio del Credit Suisse sui fattori di successo e i rischi delle PMI svizzere

Il Credit Suisse ha pubblicato oggi lo studio «Fattori di successo per PMI svizzere – Gestire i rischi economici», che si basa su un sondaggio svolto tra circa 1900 PMI svizzere. Le imprese coinvolte giudicano elementi fondamentali ai fini del successo i collaboratori e le loro qualifiche nonché l'infrastruttura. A modo di vedere delle PMI, entrambi i fattori rimangono anche nel medio periodo vantaggi di localizzazione della Svizzera. In un contesto incerto e a fronte della forza del franco svizzero, secondo quanto emerso dal sondaggio lo scenario economico e le relazioni estere rappresentano le sfide più significative e difficili. Ma le PMI percepiscono negativamente anche l'influenza del quadro normativo. Stando alle PMI, i principali rischi macroeconomici si articolano in una recessione globale, nella scarsità di manodopera specializzata e in una concorrenza sempre più serrata. Le piccole e medie imprese affrontano questi rischi attraverso la diversificazione, la creazione di condizioni di lavoro invitanti e investimenti nella formazione e nel perfezionamento.

I fattori di successo sono le fondamenta della capacità competitiva. Con il sondaggio di nuova concezione, svolto ogni anno presso PMI svizzere, il Credit Suisse intende contribuire a mettere in luce il potenziale di miglioramento per le PMI e la politica e a identificare per tempo le tendenze. Appunto in uno scenario che continua ad essere avverso è di particolare importanza rivedere regolarmente i propri fattori di successo. Altrimenti i responsabili delle decisioni nelle imprese e nella politica possono solo essere tentati di cercare in misure a breve termine le soluzioni ai problemi.

Hans Baumgartner, responsabile Affari PMI Svizzera del Credit Suisse, ha spiegato: «Finora le PMI svizzere hanno dato buona prova di sé nel difficile contesto di mercato. Standard qualitativi e formativi elevati consentono alle aziende di occupare puntualmente nicchie di mercato e di affermarsi con successo anche all'estero. Se le PMI continuano ad assolvere ai propri impegni, sono ottimista e fiducioso che sapranno superare anche le sfide a venire. Con spirito imprenditoriale e capacità innovativa gettano le basi per il loro successo di mercato.»

I collaboratori e le loro qualifiche come pure l'infrastruttura sono vantaggi di localizzazione cruciali
Agli occhi delle PMI, i collaboratori e le loro qualifiche così come l'infrastruttura sono i fattori di successo che oggi influenzano in assoluto più positivamente il successo commerciale delle piccole e medie imprese. Secondo l'80% dei partecipanti al sondaggio, collaboratori e qualifiche assumono una grande valenza per il proprio risultato commerciale e quasi il 60% giudica attualmente positivo il contributo di questo fattore sul proprio successo. In termini di importanza l'infrastruttura si colloca in terza posizione, ma è inequivocabilmente quella che oggi ha le ricadute più positive sul successo aziendale. Nell'insieme, le PMI valutano oggi favorevolmente sei dei nove fattori di successo, confermando così il buon posizionamento della Svizzera in indagini comparative internazionali sulla capacità competitiva.

Contesto economico e rischi esteri sono gli elementi che più penalizzano le PMI
Lo scenario economico e le relazioni estere risultano oggi pregiudizievoli per il successo delle PMI elvetiche. Negli ultimi anni le sfide poste dallo scenario economico, basti pensare all'intensità della concorrenza, al livello salariale, alla pressione sui prezzi e alle tendenze della domanda, hanno fortemente sollecitato le aziende. L'ambiente economico è di primaria rilevanza per il successo aziendale. Viceversa, le PMI attribuiscono complessivamente alla rete di relazioni all'estero un'importanza trascurabile, il che però si spiega con l'esclusivo orientamento al mercato interno di molte PMI. Il 44% delle PMI intervistate realizza l'intero fatturato in Svizzera, il 23% in ragione di oltre il 90%. Le PMI ritengono che nei prossimi tre-cinque anni la loro attività risentirà persino ancora più negativamente del contesto economico e delle relazioni estere. Questo peggioramento atteso evidenzia l'esigenza di ulteriori misure per ridurre i costi o incrementare l'efficienza e che la situazione tuttora difficile non può essere semplicemente subita.

Il quadro normativo frena il successo
La valutazione negativa delle condizioni quadro normative è tanto più preoccupante in quanto anche in questo ambito le PMI prevedono per i prossimi tre-cinque anni un peggioramento e per la metà delle PMI il contesto regolamentare è di prioritaria importanza. Non si rilevano ragioni generalmente valide; la critica mossa al quadro normativo sembra avere motivazioni disomogenee. Nella valutazione sono particolarmente pronunciate le differenze regionali e specifiche al settore. Le PMI dei settori del turismo e intrattenimento, commercio e vendita nonché dell'edilizia si reputano le più penalizzate in assoluto dal quadro normativo.

ema centrale: «Gestione dei rischi macroeconomici»
Recessione globale, carenza di manodopera specializzata e concorrenza crescente rappresentano agli occhi delle PMI i principali rischi macroeconomici per i prossimi uno-due anni. Anche i prezzi energetici e delle materie prime nonché l'evoluzione dei corsi di cambio sono fonti di rischio non trascurabili per le aziende. Il 62% dei partecipanti al sondaggio ritiene che l'entità del danno in caso di mancanza di personale qualificato sia grande, al tempo stesso il 59% stima la probabilità di insorgenza da piuttosto grande a molto grande. L’80% degli intervistati prevede un rincaro dei prezzi energetici e, di questi, il 44% si attende pesanti ripercussioni negative sulla propria impresa. Sono soprattutto le industrie a vedere una grande minaccia nell’aumento dei prezzi delle materie prime. Per le PMI esportatrici l’evoluzione del corso di cambio ricopre un ruolo molto importante. Al confronto, il rischio di un isolamento politico della Svizzera appare irrilevante nelle valutazioni delle piccole e medie imprese elvetiche.

Migliore orientamento del sistema formativo al mercato del lavoro
Riguardo alla scarsità di manodopera specializzata, le PMI cercano di assicurarsi sufficienti forze lavoro qualificate principalmente attraverso l’offerta di prestazioni e benefit non pecuniari (69%), opportunità di perfezionamento e sviluppo (64%) e posti di apprendistato (57%). Lo strumento delle retribuzioni figura solo al quarto posto in questa graduatoria (56%). Il 72% delle imprese chiede allo stato di meglio orientare il sistema formativo al mercato del lavoro. Il 53% auspica lo stanziamento di maggiori mezzi pubblici per la formazione, con punte decisamente più elevate nella Svizzera romanda e italiana rispetto alla Svizzera tedesca. A livello svizzero generale, solo il 27% degli intervistati ritiene che l’incentivazione dell’immigrazione di manodopera qualificata possa rappresentare una soluzione adeguata.

Avanti con un occhio attento ai rischi esteri
Il franco forte continua a gravare pesantemente sull’economia svizzera. Ai rischi insiti nelle relazioni estere, le imprese reagiscono nella maggioranza dei casi con la diversificazione dei fornitori e la ricerca di sbocchi su nuovi mercati. La diversificazione degli stabilimenti di produzione appare invece piuttosto rara, giacché solo il 20% delle aziende intervistate ha dichiarato di praticarla. In tema di riduzione dei rischi, altrettanto bassa appare la quota di imprese che fanno ricorso ad assicurazioni sui rischi dell’esportazione (11%) oppure che hanno perlomeno preso in considerazione questo strumento (20%). Il 47% delle PMI con relazioni estere si considera ben preparato ai rischi di cambio. Le aziende intervistate valutano in assoluto migliore la loro copertura contro i rischi di una insufficiente rete di relazioni all’estero (76%) e in assoluto peggiore quella contro i rischi congiunturali esteri (34%).

Solo il 23% delle PMI valuta sistematicamente i rischi macroeconomici
Solo l'impresa che conosce i suoi rischi e sa valutarli realisticamente è in grado di adottare strategie adeguate per farvi fronte. Ciò malgrado, secondo il sondaggio solo circa il 23% delle PMI valuta con metodo i rischi macroeconomici; un altro 51% lo fa almeno se la situazione lo esige. Le PMI di grandi dimensioni si occupano più spesso e sistematicamente dei loro rischi rispetto a quelle piccole.

Osservazioni sul sondaggio
Nel sondaggio di nuova concezione le PMI hanno valutato l'importanza (piccola/grande) nonché la direzione dell'influenza (positiva/negativa) di nove fattori di successo oggi e in prospettiva futura (orizzonte a medio termine di tre-cinque anni). Il sondaggio sostituisce la serie "Tendenze fondamentali – Opportunità e rischi per PMI" finora pubblicata. I fattori di successo analizzati si articolano nei seguenti punti: infrastruttura, risorse e ambiente, quadro normativo, contesto economico, relazioni estere, valori e società, ambiente di ricerca, collaboratori e qualifiche, condizioni di finanziamento.

Inoltre sono stati valutati i seguenti dieci rischi: rialzo dei prezzi delle materie prime, rialzo dei prezzi energetici, difficile accesso alle risorse, recessione globale, intensificazione della concorrenza, perdita della stabilità dei prezzi, isolamento politico della Svizzera, protezionismo crescente, evoluzione sfavorevole dei corsi di cambio, scarsa disponibilità di manodopera specializzata. Le PMI hanno valutato da un lato la loro probabilità di insorgenza e, dall'altro, l'entità prevista dei danni in tal caso. Per rischi selezionati le imprese hanno inoltre indicato quali correttivi hanno adottato o preso in considerazione per ridurre al minimo i rischi.