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Retail Outlook 2012: l'incertezza e il turismo degli acquisti frenano il commercio al dettaglio

Retail Outlook 2012: l'incertezza e il turismo degli acquisti frenano il commercio al dettaglio

Il Credit Suisse ha pubblicato oggi, in collaborazione con la società di consulenza Fuhrer & Hotz, lo studio annuale «Retail Outlook 2012». Nel 2012, sebbene in misura meno traumatica dell'anno precedente, il commercio al dettaglio svizzero continuerà a risentire degli effetti negativi della forza del franco e della caduta dei prezzi. Gli economisti del Credit Suisse prevedono per il 2012 una lieve flessione dei fatturati nominali del commercio al dettaglio. Lo studio stima che nel 2011 tramite il turismo degli acquisti siano confluiti all'estero dai 4 ai 5 miliardi di CHF di potere d'acquisto. Relativamente ai centri cittadini, che costituiscono l'argomento di approfondimento dello studio, l'analisi dimostra che i centri di Zurigo, Ginevra e Berna sono particolarmente allettanti dal punto di vista dei consumatori. Nonostante la percentuale di catene di filiali nelle città svizzere sia in costante aumento, gli esperti del Credit Suisse non vedono alcun segnale di un generale peggioramento del mix di settori.

Le condizioni quadro del commercio al dettaglio per il 2012 appaiono eterogenee: finché l'incertezza circa gli ulteriori sviluppi della crisi dell'euro permane e la disoccupazione aumenta, la debole fiducia dei consumatori continuerà a pesare sull'andamento del fatturato del commercio al dettaglio. Proseguono invece gli impulsi positivi provenienti dall'immigrazione, che dovrebbe rimanere elevata anche nel 2012, nonostante un lieve indebolimento. Inoltre i prezzi in calo nel commercio al dettaglio fanno da contraltare a una perdita di potere d'acquisto. Gli economisti del Credit Suisse si aspettano per il 2012 un moderato aumento dei fatturati reali del commercio al dettaglio. La prevista flessione nominale delle cifre d'affari è dovuta principalmente, come già nel 2011, alla diminuzione dei prezzi.

L'atteggiamento di fondo nel settore meno ottimistico per il 2012
Il sondaggio condotto dalla società di consulenza Fuhrer & Hotz su una platea di 200 decisori del commercio svizzero e di partner fornitori dimostra che l'atteggiamento di fondo nel settore è meno ottimistico rispetto all'anno passato. Il 38% degli intervistati si attende per il 2012 un andamento stagnante o una flessione dei fatturati rispetto all'anno passato, e relativamente agli utili la percentuale sale addirittura al 51%. Nonostante le magre prospettive congiunturali, il 55% dei commercianti prevede per il 2012 un ampliamento delle proprie superfici di vendita in media superiore al 5%. La produttività per metro quadro rimane pertanto sotto pressione. Nell'anno in corso il commercio al dettaglio farà leva principalmente sulla produttività del lavoro, riducendo come già nel 2011 il numero dei posti di lavoro. Nel 2011 la forza del franco ha colto impreparati il settore del commercio e i partner fornitori. Gli interpellati avevano preventivato per l'esercizio 2011 un corso di cambio euro-franco medio di 1,34. La forza della moneta svizzera è stata una delle cause del mancato raggiungimento degli obiettivi di fatturato per il 58% delle aziende, di quelli dell'utile per il 43%. Solo l'11% degli intervistati riferisce di effetti prevalentemente positivi della forza del franco. Non stupisce pertanto che la metà delle imprese consideri troppo bassa l'attuale soglia inferiore del tasso di cambio di 1,20 CHF stabilita dalla Banca nazionale svizzera.

La più forte riduzione dei prezzi dal 1969 – improvvisa impennata del turismo degli acquisti
Nel 2011 i prezzi del commercio al dettaglio sono diminuiti di più del 2%: un valore record dall'inizio del rilevamento dei dati nel 1969. L'erosione dei prezzi ha così accentuato la flessione dei fatturati nominali nel commercio al dettaglio. A frenare maggiormente la congiuntura del settore nel 2011 è stato, con un calo del fatturato del 3%, il significativo comparto del commercio al dettaglio di abbigliamento. In termini reali, tuttavia, molti segmenti del commercio al dettaglio, come ad esempio gli alimentari o l'elettronica, hanno venduto più merci che nell'esercizio precedente. Nonostante la stabilizzazione della situazione dei corsi di cambio, gli economisti del Credit Suisse si attendono per il 2012 un ulteriore calo dei prezzi nel commercio al dettaglio, sebbene meno marcato di quello registrato nel 2011. Il turismo degli acquisti nel 2011 ha subito un'impennata stimabile fra il 20% e il 30%, pesando fortemente in particolare sul commercio al dettaglio delle regioni svizzere vicine ai confini. Gli esperti del Credit Suisse stimano che complessivamente il deflusso di potere d'acquisto nel 2011 sia stato pari a 4-5 miliardi di CHF. Il turismo dello shopping dovrebbe continuare a gravare sul commercio al dettaglio svizzero anche nel 2012, senza tuttavia inasprirsi ulteriormente dopo le relative crescite massicce registrate nel 2010 e nel 2011.

Diffusione superiore alla media delle catene di filiali nei centri cittadini
Il tema centrale dello studio attuale è costituito dal commercio al dettaglio nei centri cittadini. Un occupato su sette di questo settore lavora in uno dei dieci più grandi centri cittadini svizzeri. Nonostante l'elevata attrattiva della posizione al centro della città, anche questo tipo di localizzazione è interessato dalla decimazione dei negozi. Nei centri città fra il 1998 e il 2008 ha chiuso i battenti ben un negozio su nove; durante questo periodo l'occupazione è diminuita nel complesso del 3,3%. In questi dati si rispecchia la tendenza ad aprire negozi più grandi nonché la maggiore produttività del lavoro nel commercio al dettaglio. Il 69% degli addetti del commercio al dettaglio nei centri cittadini lavora in catene di filiali, un dato di gran lunga superiore alla media nazionale del 55%. Negli ultimi dieci anni le catene hanno acquisito grande rilevanza in quasi tutti i centri città. Per la tesi spesso esposta secondo la quale il mix di settori sarebbe sempre meno diversificato nei centri cittadini a causa dell'espansione di negozi di abbigliamento o di orologi, osservando la situazione dell'intera Svizzera gli esperti del Credit Suisse non hanno trovato alcuna prova. Nel segmento dell'abbigliamento e nei grandi magazzini, due settori chiaramente sovrarappresentati nei centri delle città, l'occupazione fra il 1998 e il 2008 è diminuita nel complesso rispettivamente del 9% e dell'8%. Settori piuttosto poco presenti come il commercio di articoli sportivi ed elettronici hanno invece acquisito importanza nei centri cittadini. Il peggioramento del mix di settori ha interessato perlopiù alcune singole vie dello shopping particolarmente importanti, ma in molti casi non i centri nel loro complesso.

Zurigo, Ginevra e Berna le città con centri molto attrattivi
Per analizzare l'attrattiva dalla prospettiva dei consumatori, nello studio vengono illustrati sistematicamente i punti di forza e di debolezza dei centri delle dieci principali città svizzere. Il confronto tra città tiene conto dei seguenti indicatori principali: ricchezza dell'offerta, mix di settori, filializzazione e concentrazione dell'occupazione, accessibilità ai pedoni, raggiungibilità con i mezzi pubblici e con quelli individuali così come orari di apertura dei negozi. I centri delle città di Zurigo, Ginevra e Berna sono quelli che si classificano meglio nel gruppo analizzato. Il buon posizionamento non si basa solamente sull'ampia offerta ma anche sui solidi risultati ottenuti per gli altri indicatori. Zurigo si contraddistingue in particolare per gli orari di apertura più lunghi fra tutte le città e ha una concentrazione dell'occupazione relativamente bassa. Se Ginevra vanta una quota relativamente elevata di negozi che non appartengono ad alcuna catena, Berna convince in particolare per un mix di settori bilanciato e per la compattezza del suo centro cittadino, che lo rende attraente per i pedoni. Da un qualsiasi negozio di Berna sono raggiungibili mediamente altri 110 esercizi in un raggio di 200 metri. Ma anche le città più piccole hanno i loro punti di forza. Winterthur ha un'offerta relativamente ridotta, ma si piazza al di sopra della media grazie all'accessibilità per i pedoni e al suo buon mix di settori. Losanna ha il centro meglio raggiungibile: è relativamente ben accessibile con i mezzi pubblici e dispone, nel panorama del commercio al dettaglio, dell'offerta di parcheggi di gran lunga più ampia fra tutti i centri cittadini. Il centro di Basilea è piuttosto comodo per i pedoni ma non presenta valori particolarmente positivi né negativi per nessuno degli indicatori. Le città più piccole compensano l'offerta più ridotta rispetto agli altri centri cittadini perlopiù con una buona raggiungibilità sotto il profilo dei trasporti nonché con un mix di settori spesso bilanciato.