Dati, fatti, motivi e soluzioni per questo le donne hanno meno soldi

Il 70 per cento del denaro gestito dagli istituti finanziari appartiene a uomini. Numerose statistiche mostrano che le donne sono meno interessate al tema del denaro e pertanto riescono difficilmente a incrementare quello che hanno. Come mai? Una ricerca dei motivi e delle soluzioni.

29/07/2022

Se in televisione c'è un collegamento da Wall Street, quanto spesso è inquadrata una donna? Perché nel film si parla del «Wolf of Wall Street», un uomo?

 

Se si tratta di finanza, il genere è maschile. Non solo negli Stati Uniti e nel grande business delle borse, dove appena l’11 per cento di chi gestisce professionalmente gli investimenti (fund manager) è costituito da donne. È quanto emerso dall’Alpha Female Report di Citywire del 2020. Sembra che questo profilo professionale non favorisca né gli uomini e né le donne.

Le donne dispongono di patrimoni molto inferiori

Il fatto che il tema del denaro rivesta un interesse diverso per gli uomini e per le donne si vede dalla clientela di una banca. Innanzitutto, appena il 51 per cento delle persone sono donne. Sono leggermente in maggioranza rispetto agli uomini perché la loro aspettativa di vita è più elevata. Tuttavia, negli istituti finanziari, emerge che nel Wealth Management solo circa il 40 per cento della clientela è composto da donne, le quali dispongono solo del 30 per cento o poco più del patrimonio complessivamente gestito in tale settore.

 

Una causa di ciò è la differenza salariale. Secondo l’Ufficio federale di statistica, nel 2020 le donne svizzere hanno guadagnato in media 6211 franchi, gli uomini 6963 franchi, ovvero il 10,8 per cento in più. Tale differenza aumenta per le funzioni quadro più alte. Detto ciò, la discrepanza per quanto riguarda il patrimonio è ancora più marcata che nel salario.

 

Il quotidiano austriaco «Der Standard» si è occupato di questo argomento all’inizio del 2022. Bettina Fuhrmann dell’Università di Economia di Vienna individua in un articolo un importante motivo del «wealth gap» tra donna e uomo: «C’è di fatto una sistematica differenza in termini di conoscenze tra i due sessi». E probabilmente anche una differenza di interessi. Uno studio della U.S. Bank mostra che il 52 per cento delle donne parla con le amiche e gli amici di finanze. Per gli uomini questa percentuale sale al 61 per cento. Il 48 per cento degli uomini intervistati ha utilizzato app finanziarie, mentre tra le donne solo il 36 per cento. Occhio non vede, cuore non duole?

 

L’esperta austriaca Fuhrmann individua un secondo motivo alla base di tale differenza: gli uomini sono più propensi a correre rischi delle donne. I base jumper sono perlopiù uomini, così come i trader. Generalmente un rischio è al contempo anche un’opportunità. Ciò implica che sono più gli uomini a finire nella trappola del debito. Ma anche che sono più gli uomini a diventare ricchi.

La scelta professionale più ristretta

Il terzo aspetto che Fuhrmann individua come causa è la scelta lavorativa. In Austria identifica tre professioni tipicamente femminili: impiegata d’ufficio, impiegata nel commercio al dettaglio e parrucchiera. In Svizzera la situazione non appare molto diversa. Sono professioni che nella maggior parte dei casi non consentono grandi carriere. Gli uomini sarebbero più creativi nella scelta della loro occupazione. «È improbabile che gli interessi e i talenti delle ragazze siano meno ampi rispetto a quelli dei ragazzi», afferma Fuhrmann.

 

Come affronta questi risultati la società? Semplicemente si preferisce dire: «È colpa vostra se avete meno denaro sul conto»?

 

Non è così semplice. Il nostro mondo occidentale vive di solidarietà, la nostra assistenza sociale mira a far sì che vi sia, per quanto possibile, abbastanza per tutti. Parte di questa assistenza sociale in Svizzera è costituita dal sistema delle soluzioni previdenziali con un’AVS come 1° pilastro, il cui orizzonte a lungo termine sta diventando sempre più incerto. L’importanza degli altri due pilastri, in particolare del 3°, la previdenza privata, sta aumentando, anche perché la nostra società diventa sempre più anziana. L’obiettivo è consentire al maggior numero possibile di pensionati di far fronte agli ultimi anni con i propri mezzi finanziari, senza pesare sui propri figli. O addirittura sull’economia nazionale, che deve sostenere gli anziani senza riserve di denaro. È un tema che riguarda soprattutto le donne.

Meno mezzi nella vecchiaia

In linea di principio, le donne sono più a rischio rispetto agli uomini di ritrovarsi con mezzi ridotti nella vecchiaia per tre ragioni. Perché la maternità spesso implica una pausa dal lavoro e rappresenta un intralcio per l’avanzamento della carriera. Perché in media vivono quattro anni in più rispetto agli uomini. Perché sono meno interessate al denaro e hanno meno soldi sul conto (si veda sopra). Un’ultima percentuale proviene da uno studio dell’OCSE: in Svizzera la rendita pensionistica delle donne con almeno 65 anni di età è in media oltre il 32 per cento inferiore rispetto a quella degli uomini. È il cosiddetto «gender pension gap». In tale momento della loro vita le donne non possono praticamente più cambiare la situazione.

 

Il problema è noto da un punto di vista di economia aziendale e nazionale, le statistiche parlano chiaro. Le autorità e le banche si impegnano a migliorare le conoscenze delle donne in campo finanziario («financial literacy») e a motivarle verso questo tema. Di seguito alcune proposte di soluzione.

 

  • Aumentare la visibilità delle donne relativamente ai temi finanziari. Non esistono solo esperti, ma anche esperte. «Role model» come le donne con posizioni apicali nel settore bancario aiutano a ridurre gli ostacoli. Inoltre,
  • una discussione alla pari aiuta. Le donne devono sensibilizzare le donne sui temi finanziari. Sono loro che conoscono meglio la sfida di gestire una vita lavorativa intensa e remunerativa e al contempo una famiglia.
  • Sottolineare l’importanza di pensare alla previdenza e di investire nel 3° pilastro all’inizio della carriera professionale. Ciò, in linea di principio, si applica sia agli uomini sia alle donne. Ma, in considerazione delle minori riserve e della maggiore aspettativa di vita, vale soprattutto per il sesso femminile.
  • Per le donne è più importante che per gli uomini investire con intelligenza lungo il proprio «lifecycle» – soprattutto se sono e/o diventano anche madri. Per questo motivo, ad esempio anche negli anni in cui la famiglia richiede molto tempo ed eventualmente un grado di occupazione temporaneamente ridotto, non si deve trascurare completamente la previdenza.

 

Gli ultimi anni e decenni hanno dimostrato che i numeri migliorano. Tuttavia in modo dolorosamente lento. Il numero di fund manager negli Stati Uniti, menzionato all’inizio, un tempo era pari al 10 per cento. L’incremento all’11 per cento non può quindi essere considerato un successo. È necessario un cambiamento che i decisori come lo Stato, le aziende, la ricerca e varie organizzazioni vogliono e devono promuovere. Serve il loro contributo affinché anche le donne si occupino maggiormente delle loro finanze. Tuttavia, è ogni donna che deve farlo per se stessa.