Pensionamento anticipato con soluzioni di pensionamento parziale della cassa pensione
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Andare in pensione gradualmente con il pensionamento parziale.

Con il pensionamento parziale, le persone che esercitano un’attività lucrativa possono ridurre gradualmente il grado di occupazione, a condizione che il regolamento della cassa pensione lo consenta e il datore di lavoro sia d’accordo. Gli aspetti a cui occorre prestare attenzione e perché per il pensionamento graduale è importante una pianificazione accurata.

Lasciare gradualmente la vita lavorativa con il pensionamento parziale

Passare da un giorno all’altro da un grado di occupazione del 100 per cento alla quiescenza? Per molti non si tratta di una soluzione ideale. Per questo motivo, in molti si ritirano dal mondo del lavoro in modo graduale. Il pensionamento parziale consente ai lavoratori di ridurre il grado di occupazione in modo graduale e permanente già a partire dal compimento del 58° anno d’età. Il pensionamento graduale offre una soluzione anche per coloro che desiderano continuare a lavorare a tempo parziale anche dopo il raggiungimento dell’età di pensionamento prevista dalla legge.

Pianificare accuratamente il pensionamento graduale nel 2° pilastro

Se il regolamento di una cassa pensione prevede il pensionamento parziale, non vi sono ostacoli a questo desiderio. Così il grado di occupazione può essere ridotto gradualmente spesso anche in più fasi. La maggior parte delle casse, tuttavia, consente solo riduzioni di almeno il 20 per cento. Molte casse pensione consentono anche il prelievo anticipato di una parte delle prestazioni di vecchiaia a ogni fase del pensionamento parziale. Generalmente gli assicurati possono scegliere se ricevere gli averi sotto forma di liquidazione in capitale o di rendita. A seconda del cantone, però, devono essere osservate anche limitazioni fiscali.

Il pensionamento graduale può generare questioni complesse. Ad esempio, quella relativa al momento giusto per la percezione della rendita, se nelle singole fasi sono previsti prelievi di rendite o di capitale. Gli assicurati devono percepire la rendita già dalla prima fase perché l’aliquota di conversione della cassa pensione potrebbe essere più bassa in futuro? Oppure è meglio farlo solo nell’ultima fase, perché l’aliquota di conversione aumenta con l’età? Anche le fasi intermedie devono essere pianificate correttamente.

Mantenere il 2° pilastro fino a cinque anni con il pensionamento parziale

Se si decide di continuare a lavorare dopo il raggiungimento dell’età di pensionamento, la cassa pensione può essere mantenuta fino a massimo 70 anni, a condizione che il regolamento lo preveda. In alcune casse pensione continuano a essere versati i contributi, costituendo ulteriore capitale vecchiaia. In altre può essere solo differita la corresponsione.

La possibilità di continuare a versare contributi nella previdenza professionale dipende dal datore di lavoro e dal regolamento della cassa pensione. A seconda della situazione, generalmente sono possibili anche riscatti facoltativi nel 2° pilastro. Ciò però deve essere chiarito e pianificato attentamente. Vale il principio: i riscatti facoltativi nel periodo di differimento del pensionamento sono possibili se vi sono lacune previdenziali al momento del raggiungimento dell’età di pensionamento ordinario.

Chiarire in anticipo le conseguenze del pensionamento parziale

Nell’ottica del diritto fiscale, soprattutto il pensionamento parziale con liquidazioni in capitale richiede un esame accurato poiché la prassi fiscale varia molto da un cantone all’altro. In alcuni cantoni è richiesta una determinata riduzione del grado di occupazione e il numero delle fasi intermedie è limitato. Inoltre, vi possono anche essere limitazioni relative al numero massimo di liquidazioni in capitale. La maggiore flessibilità implica anche la necessità di chiarire accuratamente le conseguenze in materia fiscale e previdenziale.

Il prelievo parziale della rendita di vecchiaia AVS non è consentito con il pensionamento parziale

In caso di pensionamento parziale, per le persone che esercitano un’attività lucrativa cambia decisamente meno nel 1° pilastro e nel 3° pilastro. I contributi AVS sul reddito a tempo parziale continuano a essere versati fino al raggiungimento dell’età ordinaria di pensionamento e la rendita di vecchiaia viene versata solo a partire da quel momento. È possibile un prelievo anticipato della rendita di vecchiaia AVS fino a due anni, ma ciò comporta una riduzione permanente della rendita del 6,8 fino a massimo il 13,6 per cento.

Al contrario della cassa pensione, nell’AVS non esiste la possibilità di un prelievo parziale della rendita. Il prelevo della rendita di vecchiaia AVS, però, può essere differito fino a cinque anni dopo l’età ordinaria di pensionamento. Tuttavia, ciò comporta la rinuncia alla rendita per questo periodo e, sul salario che supera la franchigia di 1400 franchi al mese, è necessario continuare a versare i contributi AVS. La convenienza deve essere verificata caso per caso.

Versare nel pilastro 3a fino a 70 anni con il pensionamento graduale

Il patrimonio accumulato nel pilastro 3a, invece, può essere interamente prelevato fino a cinque anni prima dell’età ordinaria di pensionamento. In presenza di più conti e depositi 3a, inoltre, esiste la possibilità di un prelievo scaglionato degli averi dal 3° pilastro. A seconda dei cantoni, ciò comporta vantaggi fiscali. Inoltre, in caso di pensionamento parziale, i versamenti annuali possono proseguire nella stessa misura.

Chi lavora oltre l’età ordinaria AVS può continuare a versare nel pilastro 3a fino a massimo cinque anni, detraendo i contributi dal reddito imponibile. L’ammontare dei contributi del pilastro 3a è indipendente dal grado di occupazione. Conta unicamente se è possibile continuare a versare contributi nella cassa pensione. In questo caso, nel 2023 il contributo massimo del pilastro 3a ammonta a 7056 franchi. Se non vi è più alcuna affiliazione a una cassa pensione, può essere versato il 20% del reddito netto da lavoro, per un massimo di 35 280 franchi.

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