Previdenza per la vecchiaia per le donne. Particolarità e sfide.
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Previdenza per la vecchiaia per le donne. Particolarità e sfide.

La previdenza per la vecchiaia si associa a maggiori difficoltà per quelle donne che interrompono l'attività lavorativa per la nascita di un bambino o che scelgono il lavoro a tempo parziale. Non di rado, infatti, al momento del pensionamento si scoprono lacune previdenziali. Per questo le donne dovrebbero occuparsi con attenzione della previdenza per la vecchiaia. 

Previdenza per la vecchiaia per le donne. I motivi delle lacune previdenziali.

Le donne presentano più spesso lacune nella previdenza per la vecchiaia rispetto agli uomini. I principali motivi sono le interruzioni dell'attività lavorativa dovute alla gravidanza e il lavoro a tempo parziale per l'accudimento dei figli. In questi casi, i contributi alla cassa pensione vengono versati in misura ridotta o non vengono versati affatto. In generale, capita spesso che la previdenza per la vecchiaia scivoli in secondo piano tra le incombenze del lavoro e l'impegno richiesto dai figli, e che molte donne si mettano alla ricerca di soluzioni adatte troppo tardi. Anche l'elevata aspettativa di vita, inoltre, comporta ulteriori sfide per la previdenza.

La prima sfida della previdenza per la vecchiaia per le donne: il lavoro a tempo parziale

Quanto minori sono il grado di occupazione a tempo parziale e lo stipendio, tanto più gravose risultano le conseguenze sul reddito di vecchiaia. Ciò vale soprattutto per i risparmi nel 2° pilastro. I datori di lavoro sono tenuti a registrare i loro collaboratori nella cassa pensione solo a partire da un reddito annuo di 22 050 franchi. Questo valore è noto come soglia d'ingresso. Se il reddito è inferiore a questo importo, non sussiste alcun diritto a una cassa pensione e non si ha la possibilità di risparmiare denaro per la vecchiaia.

Conseguenze importanti sulle prestazioni LPP degli occupati a tempo parziale derivano inoltre dalla cosiddetta trattenuta di coordinamento. Quest'ultima determina una riduzione più che proporzionale delle prestazioni della cassa pensione degli occupati a tempo parziale.

Esempio di calcolo: le conseguenze della trattenuta di coordinamento

Se per esempio un occupato a tempo pieno percepisce uno stipendio annuo di 70 000 franchi, si troverà con un salario LPP assicurato di 44 275 franchi (70 000 franchi meno la trattenuta di coordinamento di 25 725 franchi). Invece, con un grado di occupazione del 50 per cento, sono assicurati solo 9275 franchi. Mentre lo stipendio effettivo si riduce quindi della metà, lo stipendio assicurato diminuisce di ben tre quarti.

Conseguenze della trattenuta di coordinamento con grado di occupazione a tempo pieno e a tempo parziale

Esempio di calcolo: le conseguenze della trattenuta di coordinamento

La trattenuta di coordinamento è più gravosa nel caso di un grado di occupazione a tempo parziale

Fonte: Credit Suisse, 2023

Soluzioni per la previdenza per la vecchiaia in caso di occupazione a tempo parziale

La previdenza professionale per la vecchiaia risulta particolarmente pregiudicata se si svolgono due o più piccoli impieghi presso datori di lavoro diversi. In questo caso, la trattenuta di coordinamento è sostanzialmente dovuta più volte oppure spesso lo stipendio annuo non raggiunge per nessuno degli impieghi la soglia d'ingresso nella cassa pensione.

Tuttavia, a seconda del regolamento della cassa pensione e in accordo con i datori di lavoro, in taluni istituti è possibile accorpare i singoli salari di piccola entità a condizione che, complessivamente, si attestino al di sopra della soglia d'ingresso. In questo modo la trattenuta di coordinamento deve essere sostenuta una sola volta e lo stipendio assicurato risulta quindi più alto. Se questo non fosse possibile, gli occupati a tempo parziale potrebbero aderire alla Fondazione istituto collettore LPP.

Per poter mantenere l'abituale tenore di vita durante la vecchiaia, sarebbe quindi importante per le donne occupate a tempo parziale sfruttare le opportunità offerte dalla previdenza privata. Prima iniziano con il risparmio 3a, più beneficeranno di un orizzonte d'investimento lungo e del successivo effetto degli interessi composti. Inoltre, in questo modo si può risparmiare sulle imposte. Anche piccoli versamenti periodici ripagano.

Una lacuna previdenziale già esistente può essere arginata anche con un riscatto di prestazioni della cassa pensione. L'entità del possibile contributo è tuttavia limitata e dipende a sua volta dall'attuale stipendio assicurato.

La seconda sfida della previdenza per la vecchiaia per le donne: l'attività professionale autonoma

Uno dei vantaggi del lavoro autonomo è che è possibile organizzare gli impegni domestici e familiari in modo più flessibile. Allo stesso tempo, l'autonomia lavorativa è caratterizzata da un salario spesso più basso rispetto a quello dei lavoratori dipendenti. Se, inoltre, l'attività è organizzata sotto forma di società di persone, ossia come ditta individuale o società in nome collettivo, non si rientra automaticamente nel regime LPP. 

Soluzioni per la previdenza per la vecchiaia in caso di lavoro autonomo

Le lavoratrici indipendenti che operano in una ditta individuale o in una società in nome collettivo possono assicurarsi a titolo facoltativo nell'ambito della previdenza professionale LPP – ad esempio presso la cassa pensione della loro associazione professionale. Se questo non fosse possibile, potrebbero aderire alla Fondazione istituto collettore LPP. Questa opzione, tuttavia, è la meno interessante poiché permette di percepire solo le prestazioni minime e, in molti casi, non è possibile assicurare l'intero salario. In alternativa si consiglia di costituire una società anonima o una società a garanzia limitata. In tal caso, a partire da un salario di 22 050 franchi, si deve di norma aderire a una cassa pensione.

Le lavoratrici indipendenti dovrebbero inoltre assicurarsi anche per invalidità e decesso. Questo soprattutto se si desidera proteggere da questi rischi i propri familiari. Chi non dispone di grandi risorse finanziarie necessita tassativamente anche di un'assicurazione di indennità giornaliera per poter garantire la propria esistenza. Se una persona esercitante un'attività lucrativa indipendente non è in grado di lavorare per motivi di salute, per un certo periodo di tempo questa assicurazione versa un importo sostitutivo del salario.

La terza sfida della previdenza per la vecchiaia per le donne: la perdita di guadagno

La maternità è uno dei motivi più frequenti di perdita temporanea di guadagno per le donne. Anche questa circostanza influisce drasticamente sulle prestazioni previdenziali. Infatti, contrariamente a quanto accade per il lavoro a tempo parziale, nel caso di un'interruzione dell'attività lucrativa non è possibile effettuare versamenti né nel 2° pilastro, né nel 3° pilastro vincolato. Chi non esercita alcuna attività lucrativa indipendente o dipendente rimane perlomeno soggetto all'obbligo di contribuzione presso l'AVS. L'importo di tale contribuzione dipende, tra le altre cose, dalla situazione familiare. Se già un coniuge versa contributi AVS, nella maggior parte dei casi la persona che non esercita attività lucrativa è coassicurata. In caso contrario, deve essere perlomeno versato l'importo minimo AVS di 514 franchi nel 1° pilastro.

Esempio di calcolo: conseguenze del congedo di maternità e del lavoro a tempo parziale sulla rendita

Se per esempio un'insegnante di 30 anni usufruisce di un congedo di 6 anni per motivi familiari e in seguito lavora per 8 anni con grado di occupazione al 60 per cento, le conseguenze sulla rendita saranno pesanti. Rispetto a un impiego continuo al 100 per cento, il patrimonio della cassa pensione si riduce di circa 95 000 franchi, i suoi averi del pilastro 3a di circa 80 000 franchi. In altre parole, per via del congedo e del lavoro a tempo parziale, l'insegnante deve mettere in conto una riduzione del reddito lordo del 14 per cento dopo il pensionamento.

Soluzioni per la previdenza per la vecchiaia in caso di perdita di guadagno

1° pilastro: un estratto del conto AVS individuale della cassa di compensazione fornisce informazioni su eventuali lacune previdenziali. Queste possono essere colmate a posteriori entro cinque anni.

2° pilastro: i versamenti alla cassa pensione possono essere effettuati a posteriori in qualunque momento e dedotti dal reddito imponibile qualora si riprenda l'attività lucrativa. Occorre tenere presente che, in seguito, si applica un periodo di blocco di tre anni per le liquidazioni in capitale, pertanto è bene pensare a questo aspetto al più tardi tre anni prima del pensionamento.

3° pilastro: i versamenti nel 3° pilastro non possono ancora essere effettuati con effetto retroattivo. Tuttavia, il Parlamento ha accettato la mozione "Riscatto pilastro 3a", che dovrebbe consentire tali versamenti. Non è tuttavia ancora chiaro quando entrerà in vigore questo emendamento.

In linea generale vale quanto segue: Con un grado di occupazione anche minimo è possibile pagare almeno un piccolo contributo per la previdenza di vecchiaia sotto forma di versamenti nel pilastro 3a. Le persone che esercitano un'attività lucrativa senza cassa pensione, come i lavoratori autonomi, possono versare fino al 20 per cento del reddito netto da lavoro.

In caso di reddito netto da lavoro pari a 15 000 franchi, per esempio, possono essere versati nel pilastro 3a al massimo 3000 franchi all'anno. Se il proprio salario non è sufficiente, può essere d'aiuto un partner che guadagna di più. Anche un eventuale erede può contribuire alla previdenza per la vecchiaia. 

La quarta sfida della previdenza per la vecchiaia per le donne: la lunga aspettativa di vita

Sebbene un'aspettativa di vita più lunga sia certamente auspicabile, si accompagna anche a notevoli criticità sul piano della previdenza per la vecchiaia. A ciò si aggiunge il fatto che, attualmente, le donne possono andare in pensione già a 64 anni. Secondo le statistiche, oggi l'aspettativa di vita di una donna di 64 anni è pari a 87 anni, e la tendenza è in crescita. Già oggi alcune persone vivono decisamente più a lungo.

Ipotizzando una fase di percezione della rendita di 25 anni dopo la data del pensionamento, è evidente che ad essa si contrappongano appena 40-45 anni di versamenti. In altre parole, i contributi previdenziali di circa quarant'anni dovrebbero essere sufficienti per finanziare i trent'anni successivi.

È irrealistico pensare che si possa accumulare un capitale sufficiente per la previdenza per la vecchiaia semplicemente risparmiando. Vediamo un esempio di calcolo: nei 40 anni di attività lavorativa, una donna dovrebbe risparmiare senza interruzioni circa il 38 per cento del proprio reddito come capitale di previdenza, per garantirsi la propria previdenza per la vecchiaia. Ma quasi nessuno riesce a raggiungere una quota di risparmio di questo livello.

Prevedere e investire per il futuro

Le donne che desiderano poter contare su sufficienti riserve finanziarie durante la quiescenza dovrebbero investire anche nella previdenza privata, vale a dire nel 3° pilastro - idealmente presto, regolarmente e in modo disciplinato. Infatti, le prestazioni derivanti dal risparmio previdenziale previsto dallo Stato nel primo e secondo pilastro non sono sufficienti per mantenere l'abituale tenore di vita anche nella vecchiaia.

Vale la pena anche intraprendere attività di investimento specifiche per le proprie esigenze personali. Un’adeguata gestione finanziaria garantisce alle donne sicurezza e indipendenza economica in ogni fase della vita.

Vale dunque la pena iniziare presto a versare nel pilastro 3a. In questo modo è possibile beneficiare dell'interesse composto, grazie al quale l'importo finale aumenta significativamente. Ad esempio, se si risparmiano 1000 franchi e, con la previdenza in titoli, si ottiene una rendita del 3 per cento all'anno, dopo 30 anni si è accumulato un capitale di previdenza di 2427 franchi. Di questo importo, 527 franchi sono dovuti all'effetto dell'interesse composto, che rappresenta quasi il 28 per cento dell'aumento.

Gestire attivamente la previdenza per la vecchiaia conviene

In particolare, le donne coniugate lasciano volentieri che siano i mariti a occuparsi di queste tematiche. Spesso non hanno bene in chiaro quali implicazioni possa avere un congedo familiare o il lavoro a tempo parziale per la previdenza per la vecchiaia e, di conseguenza, non sfruttano appieno le possibilità a loro disposizione. Gli studi condotti da Credit Suisse mostrano che molte donne non sfruttano il potenziale del 3° pilastro, anche se avrebbero le possibilità finanziarie per farlo.

FAQ sul tema della previdenza per la vecchiaia per le donne

Come individuo una lacuna previdenziale?

Per identificare eventuali lacune previdenziali, potete richiedere un estratto del conto individuale.
In seguito potete stimare l'importo della vostra rendita direttamente con il calcola-rendita di Credit Suisse.

Desidero pianificare la mia previdenza, come devo procedere?

Ogni situazione previdenziale è diversa. Per questo è importante rivolgersi a una specialista o uno specialista di comprovata esperienza. Gli esperti di Credit Suisse analizzano la vostra situazione di partenza individuale e la fase di vita in cui vi trovate e vi illustrano le possibilità disponibili per permettervi di mantenere il vostro tenore di vita anche durante la vecchiaia.

Quali conseguenze ha la mia previdenza sulle imposte?

In caso di prelevamento del patrimonio di previdenza dal 2° e 3° pilastro è dovuta un'imposta sul pagamento del capitale. L'entità di questa imposta varia a seconda del cantone e dell'ammontare del capitale. Con una pianificazione lungimirante è possibile risparmiare molto denaro. Potete trovare tutte le principali informazioni a questo riguardo in questo articolo.

In caso di prelevamento del patrimonio di previdenza vale quanto segue: tanto maggiore è l'importo prelevato nel corso di un periodo fiscale, tanto più elevata sarà l’imposizione fiscale. Tuttavia, la tassazione avviene a un’aliquota d’imposta ridotta, e quindi separatamente rispetto agli altri redditi. Ma anche in questo caso vi sono differenze a livello cantonale. Scoprite di più sull'argomento in questo articolo

Vorrei essere preparato all'eventualità di un'incapacità di discernimento, come devo procedere?

A questo scopo esistono due strumenti: il mandato precauzionale e le direttive del paziente. Il mandato precauzionale disciplina gli aspetti riguardanti la cura della persona, la cura degli interessi patrimoniali e la rappresentanza nelle relazioni giuridiche. Le direttive del paziente disciplinano le questioni mediche. Sono possibili ulteriori disposizioni come la donazione di organi. Entrambi gli strumenti devono essere predisposti in condizioni di piena capacità di agire. Potete trovare tutte le principali informazioni a questo riguardo in questo articolo