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Credit Suisse Global Investment Returns Yearbook 2022

L’ultimo Yearbook si concentra su inflazione, aumenti dei tassi d’interesse e diversificazione


Il Credit Suisse Global Investment Returns Yearbook è una guida riconosciuta nell’ambito dei rendimenti storici a lungo termine. Pubblicato dal Credit Suisse Research Institute in collaborazione con la London Business School, ora include tutte le principali categorie di investimento in 35 Paesi (quest’anno include anche tre nuovi mercati). La maggior parte di questi mercati, così come l’indice mondiale con 90 Paesi, dispone di dati degli ultimi 122 anni, quindi dal 1900.

I mercati finanziari stanno attraversando una serie di cambiamenti, e questo rende la prospettiva storica dello Yearbook particolarmente rilevante. L’annuario di quest’anno fornisce nuove informazioni puntuali sui rendimenti delle attività durante i cicli di inflazione e di aumento dei tassi d’interesse. Lo Yearbook dedica un capitolo speciale alla diversificazione del portafoglio, argomento oggi di grande importanza.

Prospettive a lungo termine

  • Nel lungo periodo la migliore performance è stata quella delle azioni. Nel corso degli ultimi 122 anni, le azioni globali hanno fornito un rendimento reale annualizzato in USD del 5,3%, contro il 2,0% delle obbligazioni e lo 0,7% dei titoli del tesoro.
  • Le azioni hanno sovraperformato le obbligazioni, i titoli del tesoro e l’inflazione in tutti i 35 mercati. Dal 1900 i rendimenti azionari hanno superato del 4,6% annuo quelli dei titoli del tesoro e del 3,2% annuo quelli delle obbligazioni.
  • In prospettiva, gli autori stimano che il premio per il rischio azionario sarà intorno al 3,5%, leggermente al di sotto della cifra storica del 4,6%.
  • Con un premio del 3,5%, gli investitori azionari potrebbero ancora aspettarsi di raddoppiare il loro denaro rispetto ai titoli di Stato a breve termine nell’arco di 20 anni.
  • Dal 1900, gli Stati Uniti sono stati il mercato azionario che ha messo a segno la performance migliore, con un rendimento reale annualizzato del 6,7%. La sua quota di azioni globali è quadruplicata fino a raggiungere un sorprendente 60%.
  • Storicamente, la diversificazione tra azioni, Paesi e attività ha migliorato notevolmente il rapporto rendimento/rischio. In prospettiva, i benefici continuano a essere considerevoli.

Preoccupazioni sul breve periodo: cicli di inflazione e aumento dei tassi d’interesse

  • Nel 2020, il tasso medio di inflazione nei 21 Paesi dello Yearbook con una storia finanziaria dal 1900 era solo dello 0,4%, il più basso dal 1934. Nel 2021, l’inflazione media è salita al 4,4%.
  • L’inflazione costituisce una delle principali preoccupazioni: l’inflazione statunitense supera il 7%, quella britannica e tedesca è pari al 5%.
  • Lo Yearbook conferma che le obbligazioni soffrono durante l’inflazione, ma un’inflazione elevata penalizza anche le azioni.
  • Le azioni non riescono a coprire l’inflazione: i rendimenti azionari reali hanno una correlazione negativa con l’inflazione.
  • Ciononostante, e riflettendo il premio per il rischio azionario, le azioni hanno battuto l’inflazione.
  • Ciò che preoccupa al momento non è soltanto l’inflazione, ma anche la politica monetaria e gli aumenti del tasso d’interesse.
  • Nell’ultimo secolo, i rendimenti delle attività statunitensi e britanniche sono stati bassi durante i periodi di rialzo dei tassi.
  • Le azioni statunitensi hanno avuto rendimenti reali annualizzati del 3% durante i periodi di aumento dei tassi, contro il 9,7% durante i ribassi.
  • Le obbligazioni statunitensi hanno registrato rendimenti reali annualizzati dello 0,2% durante i periodi di aumento dei tassi, contro il 3,7% durante i ribassi.
  • Il Regno Unito ha replicato l’esperienza statunitense per quanto riguarda i cicli di aumento dei tassi d’interesse.
  • Durante i cicli di rialzo, è stato difficile individuare attività con una performance positiva.
  • I rendimenti di settore, i premi dei factor e i rendimenti delle attività reali sono stati più bassi in presenza di un aumento dei tassi.

Quest’anno gli autori, i noti storici della finanza Elroy Dimson, Paul Marsh e Mike Staunton, esaminano l'efficacia della diversificazione tra titoli, Paesi e classi di attività e analizzano la fondamentale correlazione tra azioni e obbligazioni.

Diversificazione

  • La diversificazione riduce il rischio in modo che gli investitori possano ottenere lo stesso rendimento con un rischio minore, o un rendimento maggiore con lo stesso rischio. Gli autori non sono d’accordo con chi sostiene che 10-20 valori mobiliari sono sufficienti a garantire una diversificazione elevata.
  • L’attuale contesto di maggiore volatilità e rotazione settore/factor è potenzialmente più promettente per gli investitori attivi. Tuttavia, per generare un alfa serve abilità e una maggiore esposizione al rischio.
  • La globalizzazione ha reso più semplice investire a livello internazionale. Negli ultimi 50 anni, nella maggior parte dei Paesi gli investimenti globali hanno generato un rapporto premio/rischio più alto rispetto a quelli nazionali.
  • Ci sono state alcune eccezioni. Negli Stati Uniti, negli ultimi 50 anni gli investitori facevano meglio a investire a livello nazionale, alla luce dei rendimenti eccellenti e della minore volatilità del mercato azionario statunitense.
  • In prospettiva, però, gli autori consigliano a tutti gli investitori, compresi quelli statunitensi, di investire a livello globale. In questo modo potranno ridurre il rischio di portafoglio e aumentare l’indice di Sharpe. Gli autori avvertono però che non ci sono garanzie.
  • Gli investitori dei mercati più piccoli ed emergenti hanno più da guadagnare dalla diversificazione globale rispetto a quelli dei mercati sviluppati. Ma gli investitori dei mercati sviluppati dovrebbero continuare ad acquistare sui mercati emergenti.
  • La diversificazione tra più classi di investimento permette anche di ridurre il rischio. La correlazione negativa tra azioni e obbligazioni dalla fine degli anni ‘90 ha fatto sì che questi strumenti diventassero una copertura naturale l’uno per l’altro. Tuttavia, gli autori non raccomandano di fare affidamento su una continua correlazione negativa tra azioni e obbligazioni.
  • Gli autori evidenziano inoltre che le correlazioni tendono a crescere nei mercati al ribasso e in tempi di crisi. Concludono però sostenendo che, per gli investitori a lungo termine, questi fattori a breve termine non dovrebbero rappresentare una fonte di preoccupazione.

Richard Kersley, Executive Director di EMEA Securitites Research e Head of Global Product Management presso Credit Suisse ha affermato: “Siamo incredibilmente grati di collaborare di nuovo con gli autori del rapporto che hanno curato questo set di dati ed esteso la copertura a nuovi mercati quest’anno. Riteniamo che lo Yearbook fornisca una prospettiva storica unica in grado di guidare le decisioni di asset allocation in questo momento particolare, in cui assistiamo al passaggio da condizioni davvero favorevoli per gli investimenti nel mondo post crisi finanziaria globale – vale a dire in un ambiente caratterizzato da inflazione e tassi di interesse bassi nonché abbondante liquidità – a un contesto potenzialmente meno benevolo. Quest’anno abbiamo esaminato più da vicino la diversificazione. L’analisi conferma che i vantaggi della riduzione del rischio derivanti dalla diversificazione in più mercati e attività restano concreti nel tempo, anche se va ricordato che è bene non adagiarsi troppo sugli allori”.

Il prof. Paul Marsh della London Business School ha aggiunto: “Imparare dalla storia finanziaria e usarla per far luce sulle questioni che gli investitori devono affrontare non è mai stato importante come oggi. Mentre navighiamo in un contesto di crescente inflazione e imminente riassestamento della politica monetaria e fiscale globale, la nostra analisi fornisce indicazioni per sostenere la strategia d’investimento per il futuro”.

La sintesi del Global Investment Returns Yearbook 2022 è disponibile all'indirizzo:
https://www.credit-suisse.com/about-us/it/reports-ricerca/csri.html

Grafici e analisi: per i diagrammi o i grafici, contattare edimson@london.edu, pmarsh@london.edu, o mstaunton@london.edu

Dettagli sulla pubblicazione: A4 a colori, rilegatura a brossura. 268 pagine, 144 grafici, 89 tabelle, 244 riferimenti. ISBN 978-3-033-09081-1.