Chi siamo Press Release

Press Release

Barometro delle apprensioni Credit Suisse 2012

A preoccupare di più è ancora la disoccupazione, ma in generale l'umore degli svizzeri è improntato all'ottimismo

Nel barometro delle apprensioni, il sondaggio del Credit Suisse, la disoccupazione è anche quest'anno al primo posto. Nonostante la crisi finanziaria in Europa, gli intervistati guardano con fiducia al futuro: la maggioranza considera la situazione economica della Svizzera stabile e un quinto si aspetta un miglioramento. Un ottimismo che, alla luce dei problemi che affliggono l'Europa, può sorprendere. Questo atteggiamento positivo si riflette anche nel consumo privato e, secondo l’istituto di ricerche gfs.bern, è dovuto principalmente a un'economia interna solida. Per la decima volta consecutiva la disoccupazione si conferma la principale fonte di preoccupazione. Questo dato può essere letto come conseguenza del fatto che, dalla fase di crescita debole degli anni Novanta, il buon funzionamento del sistema paese Svizzera è stato determinato dall’elevato grado di occupazione, oltre che da aspetti sociali.

Dal 2003 al 2010 la disoccupazione era puntualmente seguita, nella terna delle preoccupazioni più sentite, dalla previdenza per la vecchiaia e dalla sanità. Tale gerarchia ha ora segnato una discontinuità per la seconda volta successiva, senza per questo che le «apprensioni tradizionali» abbiano perso rilievo. Nel complesso, si riscontra un livellamento con conseguenti valori in calo.

René Buholzer, responsabile Public Policy del Credit Suisse, ha affermato: «Il barometro delle apprensioni del Credit Suisse fornisce da 36 anni un importante contributo al dibattito pubblico. La metodologia costante consente una valutazione di lungo periodo e l'individuazione di trend rilevanti per chi deve prendere delle decisioni nel mondo politico ed economico nonché nella società in generale. Il sondaggio di quest'anno corrobora la nostra percezione che sinora l'economia svizzera, grazie anche alla spiccata capacità innovativa e di adattamento delle sue aziende nel confronto internazionale, abbia tenuto bene e sia ulteriormente alimentata da un forte consumo privato».

La congiuntura non fa paura
Nel barometro delle apprensioni Credit Suisse 2012 i timori per la congiuntura hanno perso parzialmente incisività: con il 14 per cento, la crisi finanziaria si attesta al 13° posto su 34 voci proposte, la crisi economica è 20a con il 9 per cento, e le ansie legate alle borse risultano in 24a posizione con il 7 per cento. Per la prima volta è entrata nel sondaggio anche la crisi dell'euro, che con il 22 per cento è balzata direttamente al 6° posto. Il giudizio complessivamente positivo sullo sviluppo economico indica che gran parte della popolazione crede nella solidità dell'economia elvetica e non si attende ripercussioni marcate e durature sul nostro paese per effetto della crisi dell'euro.

Garanzia dell'AVS, un obiettivo attuale
Una delle principali preoccupazioni degli svizzeri resta la sicurezza di poter contare sulla previdenza per la vecchiaia. Dopo la contrazione dell'anno scorso, l'AVS si trova nuovamente nell'ambito (inferiore) della tendenza pluriennale, collocandosi al 36 per cento. Non sono tuttavia i giovani a esprimere le maggiori preoccupazioni, bensì gli attuali beneficiari, che evidentemente temono drastiche riduzioni. L'apprensione è inoltre più pronunciata fra le donne che fra gli uomini e, soprattutto, più forte in città che in campagna. Di conseguenza, per il 95 per cento degli intervistati la garanzia della previdenza per la vecchiaia è un obiettivo attuale e molto importante che dovrebbe rientrare nell'agenda degli esponenti politici. Conseguentemente alla crescita più lenta dei premi della cassa malati, il problema della sanità si è invece bloccato al 30 per cento, un livello relativamente modesto rispetto al passato.

Cresce la consapevolezza ambientale
Le preoccupazioni legate alla sicurezza personale e alla sicurezza sociale, che negli ultimi anni avevano mostrato un continuo aumento, sono tornate a diminuire leggermente. La successiva coppia di temi chiave è costituita da ambiente ed energia che quest’anno, alla luce del meeting mondiale Rio+20 e del dibattito sempre attuale sull'abbandono del nucleare, hanno impedito alle tematiche ambientali di cadere nel dimenticatoio. La generale attenzione per l'ambiente ha registrato un lieve incremento rispetto all'anno scorso, portandosi al 18 per cento. Nondimeno gli svizzeri sono ancora ben lontani dai valori evidenziati tra il 1988 e il 1995, pari in media al 56 per cento. Per il futuro è comunque atteso un ulteriore aumento. In ogni caso l'ambiente e il clima sono ai primi posti, insieme alla disoccupazione, quando si tratta di rispondere alla domanda circa i mali che più affliggeranno le generazioni future.

I politici falliscono raramente
Dal 1995 il barometro delle apprensioni pone la domanda se i leader dell'economia, ovvero gli esponenti del governo e delle amministrazioni, sbagliano spesso o raramente sulle questioni fondamentali. Nella tendenza di lungo termine l'economia ottiene risultati decisamente migliori di quelli della politica. Oltre metà della popolazione dichiara che la politica fallisce di rado, dimostrandole indirettamente la propria fiducia; prima d'ora un dato simile era stato registrato solo nel 1998. Anche all'economia il 48 per cento degli intervistati riconosce di «fallire raramente», ma i valori risultano notevolmente inferiori rispetto alla media di lungo periodo.

Generale calo di fiducia
Sul fronte della fiducia gli svizzeri continuano a preferire le istituzioni quali la polizia, il Tribunale federale e il Consiglio federale. Nel complesso, tuttavia, negli ultimi due anni si è constatata una certa flessione della fiducia. La fiducia in questi soggetti, che nel 2010 risultava pari in media al 60 per cento, è scesa al 53 per cento l'anno scorso e persino al 47 per cento quest'anno. Tale risultato è riconducibile principalmente ai valori più modesti ottenuti da media, banche, associazioni economiche nonché da sindacati e organizzazioni padronali. Come da tradizione, il fanalino di coda è l'Unione europea, il cui minimo storico si concilia con la maggiore diffidenza nei confronti degli stranieri in Svizzera.

Il popolo svizzero è fiero del proprio paese
L'ultimo sondaggio sull'identità nazionale commissionato dal Credit Suisse, effettuato in concomitanza con il barometro delle apprensioni 2012, evidenzia che l'86 per cento della popolazione svizzera maschile e femminile è orgogliosa del proprio paese. Si eguaglia così il valore record del 2007, mentre solo l'11 per cento della popolazione risulta poco fiero del paese, toccando un minimo storico. Nel 2012 l'orgoglio nazionale dipende, in misura notevolmente superiore all'anno precedente, da aspetti politici. Vi contribuiscono anzitutto la neutralità e l'indipendenza. I diritti umani e il diritto di esprimere la propria opinione ottengono risultati ugualmente notevoli. Guardando al solo tasso di crescita, emergono soprattutto la fierezza verso la Costituzione federale e il sistema della milizia. Nell'insieme gli svizzeri sono sempre più consapevoli e orgogliosi della peculiarità politica del proprio paese.
Anche i cinque principali punti di forza del paese mostrano, rispetto all'esercizio precedente, lievi spostamenti in favore della politica. Le prime posizioni spettano alla neutralità e all'istruzione, i cui valori dal 2006 a oggi sono quasi raddoppiati. Si attribuisce inoltre grande importanza al diritto di consultazione. In compenso, la qualità svizzera, che aveva svettato per anni in cima alla classifica, ha invece subito un netto calo dell'apprezzamento. Seguono la pace, nonché l'ordine e la pulizia, una coppia di concetti che compie un nuovo balzo in alto dopo un periodo di continua flessione.

Sondaggio rappresentativo
Quali sono le principali preoccupazioni degli svizzeri? E come si caratterizza la fiducia nelle istituzioni politiche, economiche e sociali? A queste domande il Credit Suisse tenta di rispondere da ormai 36 anni con l'annuale sondaggio del barometro delle apprensioni. Tra il 30 luglio e il 31 agosto 2012, l’istituto di ricerche gfs.berna ha interpellato su incarico del Credit Suisse 1000 aventi diritto di voto in tutta la Svizzera, chiedendo quali fossero le loro maggiori preoccupazioni. Gli intervistati potevano indicare le cinque principali preoccupazioni da una gamma di 34 voci.