La politica monetaria tra passato e futuro
Negli ultimi otto anni le banche centrali dei paesi avanzati hanno subito profonde trasformazioni. Nel suo ultimo rapporto intitolato "Il futuro della politica monetaria", il Credit Suisse Research Institute analizza i cambiamenti che hanno subito dopo la crisi finanziaria e le sfide che le attendono nel prossimo futuro. Fondamentalmente, ci si chiede in quale direzione dovrebbe muoversi la politica monetaria e se sia possibile una normalizzazione a livelli pre-crisi.
Misurare le misure "non convenzionali"
Dalla crisi finanziaria del 2008 le banche centrali operano in stato di emergenza. Per far fronte alle nuove condizioni di mercato venutesi a creare hanno dovuto accettare di ampliare il loro mandato al di là degli obiettivi macroeconomici da sempre perseguiti, mantenendo, ad esempio, i prezzi stabili e il tasso di disoccupazione basso e vigilando persino sulla stabilità del sistema finanziario e sulla crescita economica. Per poter raggiungere gli obiettivi di ieri e di oggi gli istituti centrali hanno dovuto avviare una serie di misure "non convenzionali", tra cui figurano il programma di allentamento quantitativo e la politica dei tassi di interesse negativi.
Andamento dei bilanci delle banche centrali
Moneta locale, indicizzato a gennaio 2007 = 100
Fonte: Datastream, Credit Suisse
A detta di numerosi esperti, molti di questi provvedimenti hanno consentito di stabilizzare il sistema finanziario, ma il dibattito sulll'impatto che hanno avuto sulla ripresa economica è molto più acceso. Al di là degli altri fattori economici o politici, a seconda che la diagnosi di stagnazione strutturale si riveli giusta o sbagliata, prossimamente le banche centrali potranno optare per la normalizzazione della politica monetaria o confermare le scelte compiute finora. Nel rapporto intitolato "Il futuro della politica monetaria" il CSRI analizza nel dettaglio l'allentamento quantitativo e la politica dei tassi di interesse negativi e cerca di misurarne i risultati.
Artefici del proprio destino
Nel periodo post-crisi le novità per le banche centrali non hanno riguardato solo il loro mandato generale e l'impiego di strumenti politici inediti, ma anche la partecipazione attiva alla creazione di un nuovo contesto normativo volto a rimettere in sesto il settore finanziario. Le nuove regole hanno importanti conseguenze per le banche centrali stesse e determineranno il ruolo che saranno chiamate a ricoprire in futuro. Il rapporto individua tre implicazioni che Basilea 3 avrà per autorità monetarie:
- a causa dei requisiti di liquidità, non potranno più riportare i propri bilanci ai livelli pre-crisi;
- probabilmente riforniranno di attività "sicure" un gruppo più ampio di controparti; e
- potrebbero assumere un ruolo sempre più importante in qualità di finanziatori, anche in fasi di stabilità.
Grande varietà di classi di attivo nei bilanci delle banche centrali
Ultimo aggiornamento: (Fed (4 gen. 2017), BCE (fine dic. 2016), Bank of Japan (fine sett. 2016)
Fonte: Federal Reserve, Bank of Japan, European Central Bank, Credit Suisse
Il futuro digitale
Già confrontate con numerose questioni, le banche centrali potrebbero dover affrontare altri cambiamenti e nuove sfide nel prossimo futuro. Il rapido progresso tecnologico e la crescente digitalizzazione comportano diverse novità che andranno integrate correttamente nel sistema finanziario esistente e richiederanno l'elaborazione di direttive e norme. Basti pensare alla moneta digitale e alla tecnologia blockchain.
Mentre scriviamo, svariate innovazioni blockchain vengono testate nel settore pubblico e privato. Prossimamente le borse valori potrebbero avvalersi di questo sistema per i processi di compensazione e regolamento e i governi potrebbero utilizzarlo per agevolare la conformità alle normative e convalidare l'identificazione dei cittadini e importanti statistiche sulla popolazione. Alcune banche centrali stanno già studiando la possibilità di emettere valute nazionali in formato digitale al posto delle monete e delle banconote in circolazione da secoli. Fino a che punto vorranno spingersi in questa direzione dipenderà da considerazioni di natura politica e dalla propensione del settore bancario ad accogliere i progressi tecnologici in atto nel mondo della finanza.
I prossimi anni saranno decisivi per quanto concerne la direzione futura assunta dalle politiche degli istituti centrali (EN).
Normalizzazione o nuova fase di predominio fiscale all'orizzonte?
Una volta che si saranno realizzati i profondi cambiamenti di cui sopra, le banche centrali riusciranno a invertire la rotta e a ritornare al modus operandi pre-crisi? Il rapporto analizza due scenari possibili.
Nel primo le banche centrali seguiranno l'esempio della Fed e adotteranno una politica di graduale normalizzazione, sempre che l'occupazione continui ad aumentare e l'attività economica registri un'ulteriore accelerazione nei mercati sviluppati ed emergenti. Occorrerà capire se il mercato consentirà di normalizzare la politica monetaria e se sarà necessario impiegare nuovi strumenti. Anche in questo scenario, le banche centrali sono destinate a cambiare il loro modus operandi e a adattarsi al nuovo contesto normativo.
Nel secondo scenario, la normalizzazione delle politiche attuate dalle banche centrali sarebbe invece evitata per motivi economici o politici, oppure per entrambi. Qualora l'ipotesi della stagnazione secolare dovesse concretizzarsi, nei confronti delle banche centrali si intensificherebbero ulteriormente le pressioni volte al mantenimento di politiche espansive, mentre la loro indipendenza si ridurrebbe a causa dell'intervento della politica.
Oliver Adler, responsabile Economic Research International presso Wealth Management, Credit Suisse, conclude con un invito al dibattito: "Dal 2008 le banche centrali hanno cambiato le loro politiche in modo radicale, in un primo momento al fine di prevenire una forte destabilizzazione del sistema finanziario nell'immediato seguito della crisi finanziaria, e dopo allo scopo di contrastare i crescenti rischi di deflazione. I prossimi anni saranno decisivi per quanto concerne la direzione futura assunta dalle politiche degli istituti centrali, in funzione degli sviluppi sul piano sia politico che economico. Anche se i fattori di influenza sono difficili da prevedere, riteniamo che il dibattito sul futuro della politica monetaria debba essere intensificato".