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Commercio al dettaglio svizzero: Credit Suisse rivede le stime di fatturato

Credit Suisse ha pubblicato in data odierna le proprie previsioni aggiornate sul fatturato del commercio al dettaglio svizzero. Come conseguenza diretta della pandemia di coronavirus, il commercio al dettaglio rientra nel novero dei settori maggiormente colpiti dal lockdown. Mentre le vendite nel comparto food stazionario dovrebbero attestarsi in linea con i livelli dello scorso anno, la chiusura temporanea dei negozi comporta per il segmento non-food stazionario una perdita di fatturato di circa il 20%. A seguito dell’attuale lockdown, il blocco darà un vero e proprio impulso al commercio online, che quest'anno dovrebbe registrare un aumento delle vendite di circa il 30%.

Il commercio al dettaglio svizzero è l’alfiere della speranza: l’allentamento del lockdown in vigore dalla giornata odierna di lunedì 27 aprile consente tra l’altro a negozi di fiori e centri di fai da te e giardinaggio di riaprire i battenti per i consumatori. L’11 maggio potrebbe poi essere la volta di ulteriori comparti del commercio al dettaglio. Si tratta di passi importanti per il commercio al dettaglio, uno dei settori più fortemente colpiti dal lockdown.

Uno sguardo alle statistiche delle strutture aziendali dell’UST indica che in Svizzera quasi 33 000 negozi al dettaglio sono stati costretti a chiudere temporaneamente i battenti. Dal lockdown sono stati quindi direttamente interessati circa 173 000 lavoratori, pari a oltre la metà (56%) delle persone impiegate nel settore del commercio al dettaglio. Nonostante il ricorso diffuso al lavoro ridotto, già a fine marzo è stato peraltro registrato un incremento di quasi il 15% del numero di disoccupati nel commercio al dettaglio rispetto soltanto a febbraio, pari a un aumento in cifre assolute di 1162 persone (fonte: Amstat). Gli economisti di Credit Suisse prevedono che questo dato sia destinato a crescere ulteriormente. Una concentrazione particolare di licenziamenti appare destinata a verificarsi soprattutto nelle aziende che dovranno restare chiuse ancora a lungo o che presentano una forte dipendenza dal turismo internazionale.

Segmento food del commercio al dettaglio come vincitore dell’emergenza coronavirus?
Se si guarda agli scaffali spesso vuoti, il commercio al dettaglio di generi alimentari si profila come un vero e proprio vincitore nell’emergenza coronavirus. L’incremento di fatturato dovuto alle maggiori vendite di generi alimentari di base e prodotti di igiene con prezzi piuttosto bassi sembra tuttavia destinato a essere piuttosto contenuto. Nel comparto food stazionario, questi fatturati supplementari e l’attuale assenza della concorrenza di bar, caffè e ristoranti riescono comunque a compensare sia le minori vendite nel segmento convenience e nelle ubicazioni recentemente meno frequentate, sia i deflussi di acquisti a favore dei canali online. Nel complesso, secondo gli economisti di Credit Suisse questi effetti dovrebbero mantenere la bilancia in equilibrio e fare in modo che il fatturato del comparto food stazionario si attesti perlopiù sui livelli dell’anno precedente. Questo andamento presenterà tuttavia un dinamismo meno mercato rispetto a quanto previsto dagli economisti a inizio anno (+0,8%).

Non food: le perdite per i punti vendita stazionari ammontano al 20%
Per l’intero 2020 il fatturato del commercio al dettaglio non-food stazionario dovrebbe collocarsi su livelli nettamente inferiori a quelli dell’anno precedente anche ipotizzando che gli allentamenti del lockdown vengano attuati secondo le tempistiche previste. Sulla base dei dati dello scorso esercizio e sulla scorta dell’ipotesi ottimista che tutti i negozi al dettaglio non-food possano riaprire i battenti dall’11 maggio, secondo gli economisti di Credit Suisse le perdite nel settore non-food stazionario ammonteranno ad almeno il 15% del fatturato annuo complessivo. Poiché anche per il periodo successivo al lockdown gli economisti prevedono un andamento sostenuto delle vendite online nei segmenti non-food, questi valori devono essere considerati come livelli minimi delle flessioni. Gli effetti secondari, come il peggioramento del clima di fiducia dei consumatori, l’andamento meno dinamico dei salari nominali e il rallentamento dei flussi migratori depongono infatti a favore di un andamento ancora più negativo dei fatturati per un'evoluzione ancora più negativa dei ricavi del -20% (previsione all'inizio del 2020: -0,2%).

L’emergenza coronavirus imprime un’accelerazione poderosa al commercio online…
A seguito del lockdown, del maggiore rischio di contagio all’interno dei negozi e delle possibilità limitate di organizzare il proprio tempo libero, il commercio online continua a beneficiare di una notevole spinta. La quota delle vendite online rispetto al fatturato complessivo è quindi destinata a crescere fortemente (livello 2019 secondo GfK: circa 9%). Secondo le stime degli economisti di Credit Suisse, quest’anno le vendite online dovrebbero crescere di circa il 30%, con un progresso di circa CHF 3 miliardi rispetto all’anno precedente – ipotizzando che nei mesi di marzo, aprile e maggio le vendite online si collochino su livelli analoghi a quelli prenatalizi. Le proiezioni indicano che a fine 2020 la componente di vendite online sarà pari a quasi il 15%. Se si ritiene inoltre che la quota online non solo aumenterà durante il blocco, ma mostrerà anche un livello più alto in futuro, la quota dovrebbe essere addirittura superiore al 15%.

… e alla domanda di elettronica domestica, do-it-yourself e cura della persona
Gli offerenti online di elettronica domestica hanno recentemente registrato una forte impennata degli ordinativi, su livelli paragonabili a quelli tipicamente prenatalizi. A questo sviluppo hanno sicuramente contribuito anche le disposizioni normative in materia di home office, in quanto accrescono il fabbisogno personale di strumenti per ufficio e accessori informatici. Poiché il segmento dell’elettronica domestica presenta senz’altro la quota di fatturato online più elevata (oltre un terzo), gli economisti ritengono che questi effetti positivi per le vendite online potranno compensare in larga parte le perdite di fatturato per il comparto stazionario. Nei segmenti di do-it-yourself, giardinaggio e accessori auto, la forte domanda ha indotto il Consiglio federale ad anticipare la riapertura dei negozi stazionari. Il perdurare delle buone condizioni meteo in Svizzera funge da ulteriore volano a sostegno dei fatturati in questi segmenti, in cui è pertanto addirittura atteso un progresso rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’emergenza coronavirus non zavorrerà parimenti il trend di fatturato positivo negli ambiti di salute e cura della persona. Soprattutto le farmacie beneficiano di una domanda più sostenuta di disinfettanti, mascherine protettive e prodotti per il rafforzamento del sistema immunitario.


La pubblicazione «Schweizer Detailhandel: Massive Einbussen im stationären Handel» può essere consultata (disponibile solo in tedesco) qui.