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Retail Outlook 2021: variazione del comportamento dei consumatori, rimangono le preoccupazioni

Credit Suisse pubblica lo studio sulle prospettive del commercio al dettaglio svizzero


Credit Suisse ha pubblicato oggi il suo studio annuale «Retail Outlook» in collaborazione con la società di consulenza Fuhrer & Hotz. Nel corso di un 2020 turbolento, le misure adottate per contenere il Covid-19 hanno avuto un impatto differente sui diversi segmenti del commercio al dettaglio svizzero. Il mutamento del comportamento sul piano della mobilità ha colpito in particolare i rivenditori stazionari. A questo proposito, gli autori dello studio osservano in Svizzera un crollo delle frequenze dei passanti fino all’ 80% durante il lockdown. Anche in futuro il commercio al dettaglio dovrà fare i conti con frequenze più basse, a causa dell’elevato numero di persone in modalità di home office. L'asticella per la previsione sui fatturati nel 2021 è alta in molti segmenti. Il commercio di prodotti alimentari, in particolare, risentirà di questo effetto di base (previsione 2021: -6%). Di contro, gli autori dello studio prevedono una crescita dei fatturati nel comparto non alimentare del 2% nel 2021.

Nel 2020 il commercio al dettaglio svizzero è stato davvero scosso. La pandemia correlata al Covid-19 e le misure adottate per contenerla – in particolare il lockdown da metà marzo fino a metà maggio – hanno avuto conseguenze straordinarie ed, al contempo, molto diverse per l'andamento dei fatturati e degli utili dei vari segmenti nel comparto retail. Mentre la vendita al dettaglio di prodotti alimentari ne ha beneficiato fortemente, i fatturati nella maggior parte dei segmenti non alimentari si sono ridotti drasticamente a causa del lockdown. Successivamente, i consumi repressi ed il rafforzamento del turismo interno in estate e in autunno hanno sostenuto i fatturati nel commercio al dettaglio non alimentare. Solo il segmento dell'abbigliamento e delle calzature non ha beneficiato di questi effetti. L’andamento al ribasso dei fatturati degli ultimi anni è proseguito nel 2020, anche dopo il superamento del lockdown.

Le frequenze dei pedoni sono calate del 60–80%
La temporanea restrizione della vita pubblica imposta dagli Stati non ha solamente danneggiato i settori non alimentari, che hanno dovuto chiudere temporaneamente, ma anche i rivenditori di generi alimentari; in questo contesto, il mutato comportamento di mobilità dei consumatori si è caratterizzato come fattore scatenante. Sulla base di modelli di calcolo, gli economisti di Credit Suisse, in collaborazione con Senozon SA, hanno stabilito che le frequenze dei pedoni sono diminuite fino all'80% nelle aree urbane e fino al 60% nelle aree rurali durante il lockdown, a causa dell'aumento delle quote di home office e della chiusura temporanea delle scuole (superiori).

L'aumento delle quote di home office rende più attraenti le regioni rurali e le aree residenziali
Partendo dal presupposto che, anche in futuro, l’home office rimarrà diffuso, gli autori rilevano, sulla base di un'analisi degli scenari, le conseguenze per la rete di filiali dei commercianti al dettaglio svizzeri. Secondo tale analisi, il calo delle frequenze dei passanti dovrebbe ridursi tra il 5% e il 30%, e le aree urbane saranno più colpite rispetto a quelle rurali. All'interno delle città, il calo delle frequenze è significativamente più pronunciato nei quartieri in cui è ubicato un numero particolarmente elevato di uffici e nelle zone a uso misto che non nei quartieri residenziali. Quest’ultimi, insieme alle regioni rurali, sono stimati essere tra i meno colpiti.

L’assistenza e le soluzioni di pick-up e pagamento contactless tornano in primo piano
A seguito del lockdown e delle frequenze ridotte, se non addirittura assenti, i rivenditori stazionari hanno adottato diverse misure. Sulla base di un'analisi globale, gli autori dello studio mostrano che l'attenzione principale è stata convogliata, per la maggior parte, agli adeguamenti a livello di assistenza e servizio. Da segnalare le misure per la tutela della salute dei clienti e dei collaboratori con l'ausilio di soluzioni di pick-up nuove, preferibilmente contactless. Una particolare attenzione è stata prestata anche ad un processo di pagamento efficiente e contactless. In considerazione delle circostanze, i rivenditori hanno intensificato le loro attività nell’ambito del commercio online o della strategia omnicanale.

Prospettive 2021: asticella alta in molti segmenti
Le previsioni per il 2021 sono soggette ad una grande incertezza. Gli economisti di Credit Suisse tuttavia stimano che i consumi in Svizzera continueranno ad essere influenzati dalla pandemia per diversi mesi. Al tempo stesso, l'asticella è stata posta molto in alto in diversi segmenti grazie al buon andamento dei fatturati nell'anno precedente. Secondo gli autori dello studio, il commercio di prodotti alimentari, in particolare, risentirà di questo effetto di base (previsione 2021: -6%). Di contro, il fatto che gli effetti della pandemia di Covid-19 dovrebbero persistere per diversi mesi e che il comportamento dei consumatori si normalizzerà solo lentamente dovrebbe sostenere il segmento non alimentare. Questo, insieme ad una previsione di ripresa nei segmenti dell'abbigliamento e delle calzature, dovrebbe portare ad una crescita dei fatturati nel comparto non alimentare del 2% nel 2021.


Potete trovare la pubblicazione «Pandemia di Covid-19 e commercio al dettaglio svizzero: ieri, oggi, domani» in tedesco e francese al seguente link:

credit-suisse.com/de/retailoutlook