Le PMI svizzere reagiscono alle tensioni geopolitiche

Le attuali tensioni geopolitiche rappresentano una sfida per le imprese svizzere. Situazioni di crisi come la pandemia e la guerra in Ucraina hanno alterato l'equilibrio geopolitico. A causa dell'elevata dipendenza dai partner d'affari esteri, le imprese svizzere avvertono le conseguenze di queste trasformazioni anche nella loro attività quotidiana. Lo studio sulle PMI di Credit Suisse di quest'anno esamina le ripercussioni sul panorama imprenditoriale svizzero.

Studio sulle PMI 2023 di Credit Suisse

In che misura le imprese svizzere risentono delle trasformazioni geopolitiche? Come percepiscono i cambiamenti attuali e in che modo si apprestano ad affrontare il futuro? Nello studio sulle PMI 2023 scoprite le stime degli esperti e gettate uno sguardo sul panorama imprenditoriale svizzero.

10/08/2023

Le relazioni d'affari delle imprese svizzere sono sotto pressione

Lo scontro tra Occidente e Russia ha posto fine, almeno temporaneamente, all'era del multilateralismo. Al suo posto si delinea un sistema mondiale più frammentato e multipolare, all'interno del quale il commercio e le relazioni internazionali trovano nuova collocazione. Ancora una volta, anche le imprese svizzere sono direttamente coinvolte in queste trasformazioni. Per scoprire in che modo affrontano questa fase turbolenta, Credit Suisse ha condotto un sondaggio tra 650 aziende. Per poter formulare affermazioni in merito alle diverse categorie di grandezza delle aziende, lo studio sulle PMI di quest'anno, oltre alle piccole e medie imprese, ha intervistato anche 50 grandi imprese.


Come emerge dal sondaggio, le tensioni geopolitiche si fanno sentire nella quotidianità aziendale: negli ultimi tre anni le imprese svizzere hanno infatti constatato un aumento dei rischi commerciali. La situazione è peggiorata, in particolare, in Russia e Ucraina, ma anche in Argentina, Iran e Nuova Zelanda i rischi commerciali superano le opportunità. Non sorprende che la lista dei Paesi con i quali le imprese svizzere hanno interrotto i rapporti negli ultimi tre anni sia guidata proprio dalla Russia: circa il 6 per cento di tutte le aziende intervistate ha abbandonato questo Paese – per le grandi aziende la quota è addirittura del 24 per cento. Ma proprio tra queste ultime si possono individuare già alcune realtà che prevedono di avviare (o riprendere) le attività in Russia. La conclusione è chiara: nel complesso i risultati del sondaggio mostrano un mondo in trasformazione.

La crescente densità normativa mette alla prova le imprese svizzere

Le imprese sono penalizzate, oltre che dalle sanzioni, anche dai dazi doganali e da altre barriere non tariffarie, come ad esempio disposizioni in materia di appalti pubblici o procedure di autorizzazione. Inoltre, i risultati del sondaggio indicano un aumento della densità normativa negli ultimi tre anni, una tendenza registrata da più della metà delle imprese intervistate. Questo sviluppo sembra essere avvertito in misura maggiore dalle grandi imprese rispetto alle PMI. Ad esempio, il 62 per cento delle grandi imprese, ma solo il 35 per cento delle medie imprese e circa il 40 per cento delle piccole imprese ha rilevato un aumento delle regolamentazioni relative alle tecnologie.


Secondo quanto emerge dal sondaggio, l'UE prosegue la sua azione normativa e in molti settori è addirittura all'avanguardia: nel sondaggio le imprese con focus sull'UE rilevano tendenzialmente un maggiore aumento della densità normativa rispetto alle aziende che non hanno rapporti privilegiati con l'UE. Ciò vale per tutti gli ambiti normativi presi in esame, ad eccezione della regolamentazione del mercato del lavoro.

Periodi turbolenti richiedono flessibilità

Con il rapido susseguirsi delle crisi, assume crescente rilevanza la capacità di adattamento e reazione delle imprese svizzere in presenza di eventi imprevisti. Come emerge dal sondaggio, circa il 40 per cento delle imprese ritiene di essere in una posizione buona o molto buona – e solo il 22 per cento pensa il contrario.


A tal proposito, il sondaggio mostra che se si dispone di sufficiente flessibilità, le crisi possono rappresentare un’opportunità. Quasi il 60 per cento delle imprese ha dichiarato che, malgrado le crisi degli ultimi tre anni, si sono aperti per loro anche nuovi settori di attività. Anche l'attuale crisi energetica può risultare propizia per le imprese svizzere: più della metà ritiene infatti che possa offrire un'occasione per operare in modo più sostenibile. Sono tutti segnali incoraggianti in vista delle sfide future, non solo per l'anno in corso, ma anche oltre.